Lettera aperta di un papà
Quando siamo giovani, viviamo con spensieratezza la vita, consapevoli di avere alle nostre spalle degli abili genitori. I loro insegnamenti, ci guidano sulla giusta strada e ci aiutano ad affrontare i problemi che si presentano.
Cresciamo, e insieme alla nostra compagna costruiamo un nuovo focolare, mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti nel percorso di crescita, imparando con il tempo, a gestire le situazioni attraverso il binario della condivisione.
Tutto viene rivisto quando scopri che sta per arrivare qualcosa di più grande, qualcosa che cambia il nostro modo di vivere: i figli. Fin dalle prime ore della loro esistenza, noi genitori, li guardiamo con occhi di tenero amore e con smisurata protezione.
L’obiettivo è di restituire quanto di meglio possiamo, talvolta dimenticandoci che i traguardi vanno anche guadagnati, ma comunque sempre seguendo l’insegnamento basato sui principi dell’educazione, del rispetto delle regole e del valore tradizionale della famiglia.
Ci rendiamo conto però, che esiste un mondo esterno che ragiona anche con regole diverse dalle nostre, ed è dovere di un genitore preparare i figli ad affrontare le loro prime realtà: asilo, scuola, sport. Senza paure.
Nonostante il bagaglio educativo, non è facile trovare ambienti che possano far collimare i princìpi formativi dei genitori con le possibili scelte di un bambino, questo anche quando si parla di discipline sportive.
Su questo tema vorrei soffermarmi; io e mia moglie sin da bambini siamo sempre stati degli sportivi, praticando assiduamente sport come il calcio (papà) e il nuoto (mamma), ottenendo discreti risultati. Ciò era motivo di convinzione delle persone a noi più vicine che ci sarebbe stato sicuramente il passaggio del testimone.
Al contrario, abbiamo preferito scegliere ciò che poteva dare un contributo alla loro crescita, valorizzando così la loro figura.
Perciò, abbiamo lasciato che la decisione fosse loro, secondo l’entusiasmo che ci restituivano nelle varie prove sportive che gli sottoponevamo.
In questa fase ha avuto un peso fondamentale la precedente conoscenza di un Maestro di Kung Fu, che con i principi dell’educazione, del rispetto delle regole e del valore tradizionale della famiglia, ne fa un credo e lo trasmette in tutte le occasioni, allenamento o vita privata e, da qui la scelta di fargli provare questa esperienza.
Alla fine della lezione il loro entusiasmo e la loro convinzione di avere trovato un ambiente familiare ci convinse a iscriverli a questa disciplina. Era il 2009!
Questa disciplina è risultata essere un’opportunità di crescita, nella quale i ragazzi imparano valori come il rispetto per il prossimo e per sé stessi, ancor di più che in altri contesti sportivi.
È bene però rimarcare che nell’arte marziale il ruolo più importante lo riveste il Maestro, che grazie a questi princìpi a lui insiti, permette che la crescita dei nostri figli sia ideale, disponendo in modo equilibrato i princìpi marziali e l’arte che veste di bellezza questa meravigliosa disciplina, esaltando la condivisione e fraternità tra gli allievi emarginando tutti gli aspetti prevaricanti.
L’unione dell’insegnamento parallelo tra famiglia e arte marziale arricchisce senza dubbio il carattere dei ragazzi, migliorando la relazione con il mondo esterno – amici, parenti, insegnanti – in modo che agiscano con maggiore sicurezza.
In questi anni abbiamo sempre sostenuto i nostri figli, sia nella vittoria che nella sconfitta, ricordandogli ciò che conta davvero: l’obiettivo non è il conseguimento di una medaglia, ma affrontare le difficoltà ricercando soluzioni e non scuse, con la consapevolezza di avere dato tutto ciò che in quel momento si poteva dare.
Sono passati ormai nove anni dal giorno in cui i miei figli fecero quella prova che diede inizio al loro percorso nel Kung Fu. Ora, quei bambini sono diventati maggiorenni, e il loro percorso marziale non si è mai affievolito. Al contrario, si è rafforzato e come azione di crescita sono diventati assistenti del Maestro nelle lezioni dei bambini, trasmettendo l’insegnamento ricevuto nella loro formazione.
Come genitore, ritengo di dover esprimere tutta la mia soddisfazione per il raggiungimento di un importante livello di maturità, di responsabilità e di educazione che i miei ragazzi hanno ottenuto attraverso l’arte marziale.
Il Kung Fu ha insegnato loro a essere più forti, e un genitore, non può chiedere di meglio.
Antonio Andrea Manfrin
Segretario Generale Scuola di Kung Fu Xin Dao
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