Il sanda o sandà è il termine con cui si fa riferimento al combattimento cinese moderno, chiamata anche boxe cinese, oggi è considerato una vera e propria categoria sportiva. In questa Guida vediamo nel dettaglio qual è il suo significato, le sue origini e le differenze con il sanshou, altra parola con cui si intende il combattimento libero cinese.
Sanda: il combattimento cinese
Il termine sanda significa disseminare o spargere i colpi, in cui SAN è appunto spargere o disseminare, e DA è colpo, attacco, percussione. Un termine sinonimo è più antico è San shou, più o meno con lo stesso significato, SAN spargere e SHOU mani.
Nonostante i due termini siano sinonimi, è stato attribuito per convenzione una collocazione differente, al primo una identità sportiva, allineandosi così alle realtà internazionali come la kickboxing e la muay thai, indossando pantaloncini e maglietta e al secondo l’aspetto tradizionale, esercitato per lo più con divisa tipica dello stile (Wushu Yifu).
Il termine sanda viene utilizzato soltanto a partire dalla fine degli anni 70.
In antichità questo tipo di combattimento era chiamato San shou, ma anche Jiji deng 技击等 (abilità di attesa e attacco) e Shou bo 手搏 (lotta con le mani), o ancora Qian shou 抢手 (afferrare con le mani), etc.
Pertanto questa disciplina si esprime in modo totalmente libero, oggi con delle regole per le competizioni, ma utilizzando tutti gli strumenti combattivi del Wushu Kung Fu quali: tecniche di gambe “Tui Fa”, di braccia “Quan Fa”, prese “Na”, proiezioni “Shuai Fa”, spostamenti “Bu Fa”.
Una versione più light del sanda dove e vietato il K.O e a privilegiare la tecnica e la strategia del Wushu Kung Fu è il Qinda, dove ci si cimenta nella medesima modalità tecnica combattiva con potenza moderata e assai più leggera.
Il significato letterale di Qin Da 请打 è colpi leggeri.
Entrambe le discipline, sono considerate dei veri sistemi marziali cinesi, nelle quali sono state escluse forme codificate (Tao Lu) ma solo esercizi, allenamenti specifici e tecniche combinate indirizzate al mero combattimento.
Sanda: storia e origini
L’origine e lo sviluppo del Sanda è legato ad una lunga storia della nazione cinese. In origine come abbiamo già detto, i termini utilizzati erano diversi, tra cui sicuramente “SanShou” e come del resto per i moltissimi stili di Kung Fu, questo tipo di lotta era indispensabile per la sopravvivenza.
Nel tempo tutti i sistemi di arti marziali e le loro applicazioni (Yong Fa) si sono evoluti divenendo importante patrimonio culturale del popolo cinese.
In Cina i combattimenti e le sfide anche all’ultimo sangue esistevano già in periodi antichi, si parla del “periodo delle primavere e degli autunni” che va dal 722 a.c. al 481 a.c. durante la dinastia Zhou. Anche in uno dei cinque libri classici attribuiti a Confucio – libro dei riti – si fa riferimento ai primi combattimenti liberi organizzati, ai fini spettacolare nelle sedi di potere dei nobili.
Ma fu durante la dinastia Tang (618-907 d.c.) che gli incontri di Boxe cinese o San Shou iniziarono ad assumere regole e ad essere più largamente diffuse e praticate.
Lei Tai: la pedana del combattimento Sanda
Sarà alla fine della dinastia Song del sud (1127-1279) che questo tipo di competizione utilizzerà una pedana rialzata almeno di 3 metri, con il nome Lei Tai (area di combattimento, ring o arena), in cui i due contendenti si affrontavano utilizzando le tecniche e le strategie di combattimento più efficaci del loro stile o sistema.
La regola era quella di restare all’interno di questa pedana rialzata, ovviamente chi cadeva al di fuori del Lei Tai era sconfitto.
In passato i Lei Tai venivano talvolta fatti galleggiare sull’acqua, cosicché il combattente che veniva buttato al di fuori della pedana, si trovasse in condizioni ancor più faticose e stancanti per salvarsi la vita. Era un altro modo per mettere alla prova la loro resistenza e abilità, oltre che per generare una selezione naturale dei combattenti.
Inutile dire che i combattimenti a quel tempo erano a dir poco cruenti, infatti coloro che perdevano l’incontro portavano con sé anche gravi danni fisici, persino la morte si verificava in questi incontri.
Inoltre prima dei regolamenti di cui tutti i praticanti oggi beneficiano, allora le competizioni duravano anche per diversi giorni con round molto lunghi.
La sconfitta avveniva per morte o ko di uno dei due avversari, per caduta al di fuori del Lei Tai o per la resa di un avversario (avvenimento più raro).
Lo studio del combattimento in Cina
Dalla dinastia Qing (1644-1911) ci furono comunque scuole o società segrete di arti marziali cinesi che coltivarono lo studio e interesse per il Kung Fu e il combattimento organizzato, e fu il periodo in cui molti marzialisti e maestri si confrontarono e scambiarono le loro conoscenze di stili, strategie del combattimento e principi – il periodo della dinastia dei Qing fu il tempo in cui nacquero molti stili di Kung Fu, grazie proprio ai molteplici scambi culturali tra maestri di arti marziali cinesi – e i combattimenti sul Lei Tai erano molto in uso e diffusi.
A Nanchino – provincia di Jiangsu – la quale è stata per molto tempo capitale della Cina, si svolsero nel 1928 un campionato nazionale di San shou, i combattimenti si manifestarono con una violenza tale e con limitate regole che gli organizzatori dovettero interromperli, e ai finalisti fu vietato di combattere per il rischio di perdere la vita.
Ci fu poi come molti sanno, un periodo forzato per le arti marziali di totale sospensione, a causa della rivoluzione culturale cinese, dal 1966 al 1976.
Nessuna arte marziale poté pertanto essere praticata, studiata o sperimentata.
A partire dal 1979, il combattimento di San shou denominato da questo periodo in poi sanda entrò a far parte di eventi competitivi in Cina.
Con la rinascita e la diffusione delle arti marziali cinesi la Commissione nazionale sportiva cinese (CNSC) designa tre importanti istituti sportivi universitari a sperimentare e strutturare il Sanda come sport da competizione, i tre istituti che si occuparono di questo importante progetto furono:
- Zhejang Provincial Sports Training Center
- Beijing Tiyu Xueyuan
- Wuhan Physical Education College
I tornei di Sanda
Nel maggio 1979, viene presentato dagli stessi il primo torneo di questa disciplina, alla National Wushu Observation and Exchange Conference tenutasi a Nanning, nel Guangxi. Nello stesso anno infatti ci furono diverse competizioni in altre località e province. Nell’ottobre 1980, il CNSC convocò gli esperti dei tre istituti per formulare il regolamento da competizione.
Nel 1982 venne formulato e ufficializzato il regolamento per il sanda, e nel 1989 fu approvato come competizione ufficiale dalla Commissione sportiva Nazionale, gli esperti istituirono un sistema di campionato a squadra e campionato individuale.
Dal 1993 verrà inserito ufficialmente nella “settima edizione dei giochi nazionali cinesi” (è il principale evento sportivo in Cina a livello nazionale)
Nel 1998 le competizioni di sandà entreranno anche nei giochi asiatici, sarà in quell’anno il 13° Asian game (i giochi asiatici è un evento multi sport continentale tra atleti di tutta l’Asia).
Nel 2000, a Changsha nella provincia dello Hunan, si è tenuto il primo Wushu Sanda King Championship cinese, trasmesso dalla TV satellitare di Hunan, sincronizzata in diretta con la televisione nazionale ed estera. Tutto ciò ha diffuso maggiormente la conoscenza di questa disciplina nel mondo.
La più grande svolta avvenne 2001 in cui l’organizzazione Nazionale cinese decide di aprire le competizioni a tutti i partecipanti del mondo, attraverso squadre e partecipanti di questa disciplina con competizioni regolari.
Curiosità:
Negli anni 2000 tra tutti i combattenti di sanda, ce ne fu uno che si distinse per le sue capacità nel combattimento e per le sue innumerevoli vittorie, parliamo del campione Liu Hailong, il quale ha continuato a vincere non solo contro atleti della sua categoria, ma anche contro quelli di categoria e peso superiore al suo, ottenendo il titolo “King of Kings of sandà”.
Nel 2003 Liu affronterà un altro grande campione, Yuan Yubao sopranominato “eroe con le sopracciglia bianche”, il loro combattimento fu definito “il super combattimento”, il quale quest’ultimo fu sconfitto. Liu Hailong ottenne il titolo di “Il super Re del sandà”.
Liu è quasi sicuramente l’atleta da combattimento più riconosciuto della Cina.
Sanda: le regole del combattimento
Le regole dei combattimenti di sanda possono subire delle modifiche a secondo della federazione o organizzazione di apparenza, in ogni caso descriviamo quali sono le caratteristiche e i regolamenti maggiormente condivisi:
I combattimenti vengono svolti maggiormente sul Lei Tai, che come già detto in precedenza è una pedana che misura circa 7 metri per 7, oggi rialzata da terra circa 60 centimetri.
I praticanti dovranno vestire il completo di questa disciplina, pantaloncini e maglietta smanicata.
Le protezioni da indossare sono le seguenti, accanto troverete anche il nome in cinese:
- Caschetto (senza grata) “Hutou”
- Paradenti “Huchi”
- Corpetto “Huxiong”
- Guantoni (10 once) “Quantao”
- Para genitali “Hudang”
- Para genitali per donne “Nuzi Hudang”
- Para tibie “Hutui”
N.b. Le para tibie sono d’obbligo soltanto in alcune organizzazioni.
I praticanti sono divisi per sesso e per categoria di peso ed età.
Negli incontri di sandà sono vietati gli attacchi di gomito, di ginocchio, le tecniche di soffocamento e le tecniche di leve articolari.
Gli attacchi consentiti in questi incontri sono i colpi di pugno, nelle molteplici varianti, le tecniche di calcio, e anche in qui troviamo molte tipologie di attacco, le proiezioni, gli atterramenti infatti sono un aspetto ben valutato dagli ufficiali di gara, è possibile inoltre scagliare l’avversario al di fuori dal quadrato di gara, ovviamente senza rimanere legati corpo a corpo oltre i tre secondi.
La durata degli incontri sono di due minuti, con una pausa di un minuto.
Nel sandà, il combattimento è continuativo, gli arbitri d’angolo, che possono variare da un minimo di due incaricati sino a quattro, uno per angolo, conteggeranno i punti che entrambi i contendenti accumuleranno durante i round, mentre l’arbitro centrale si occuperà di verificare che il combattimento proceda secondo il regolamento ufficiale, e in caso contrario stopperà l’incontro se ne vedrà la necessità.
Sanda vs Sanshou
Il Sanshou, è chiaramente anche in questo caso una forma di combattimento in stile libero, come già accennato, in questa versione il combattimento si realizza rimanendo il più possibile aderente allo studio dello stile che si pratica, applicando altre proprietà tecniche del Kung Fu, aspetto che nel sandà, sia per scelta sportiva, sia per impossibilità fisica – a causa della dimensione dei guanti – che per la tenuta ridotta rispetto a quella tradizionale non è possibile attuare.
Nel San shou, generalmente ci si approccia cercando di applicare sia le tecniche percussive di pugno, le tecniche di calcio, di spazzata, di proiezioni, di leve articolari, ma anche il lavoro di trapping ovvero l’intrappolamento delle mani e braccia dell’avversario, che grazie ai guanti protettivi più snelli è possibile impiegare.
Nelle lezioni in palestra di Kung Fu Wushu tradizionale, è buona abitudine dedicare tempo all’applicazione libera dello studio del proprio sistema marziale, il cosiddetto sparring, il quale deve avvenire in modo costruttivo e non distruttivo, ricercando l’efficacia ma allo stesso tempo preservando l’incolumità di tutti gli studenti.
Anche per il Sanshou si ha modo di viverlo in contesto competitivo, con delle regole che possano garantire la sicurezza di ogni partecipante che ancor di più in gara va tenuta sotto controllo, per via della tensione ed emozione che quest’ultima può originare.
Anche nelle competizioni di questo tipo di box cinese, il combattimento è continuativo, totalizzando più punti possibile, che in fine verranno riscontrati con i restanti giudici d’angolo.
Tuttavia, esiste anche il combattimento di Sanshou definito “punto e stop”, vale a dire che ogni volta che uno dei due avversari porta a segno un attacco o tecnica di proiezione, l’arbitro centrale arresterà l’incontro, assegnando il punto al gareggiante che lo ha realizzato.
Inoltre l’arbitro centrale in cinese “caipan” conferisce la vittoria sollevando verso l’alto il braccio del vincitore.
Conclusione
In questa articolo hai scoperto l’arte del sandà, il combattimento moderno cinese, la sua storia, le competizioni e le regole più importanti. Quello che voglio sottolineare è che il combattimento è una delle componenti fondamentali dell’arte marziale cinese, quindi si può dire che:
Il Kung Fu senza combattimento non può essere chiamato tale, ma la sola pratica del “combattimento” non fa il Kung Fu.
Maestro Marco Gamuzza
Il sanda é una discisplina sportiva veramente bella sia da praticare che da guardare