Gara di Kung Fu
Manca solo una settimana alla gara di Shaolin annuale, organizzata dalla nostra scuola e dedicata al Gran Maestro Li Zhong Zhi – uno dei Maestri più famosi della guida della nostra scuola, il Maestro Yang Lin Sheng.
La gara risulta essere un momento di incontro e di confronto tra i praticanti, fondamentale per chi pratica da tempo, ma importante anche per gli allievi principianti che hanno modo di mettersi in gioco per la prima volta.
L’obiettivo della nostra scuola, però, non è mai stato quello di preparare gli allievi ad affrontare la competizione annuale – a prova di ciò organizziamo solo due gare l’anno – infatti, la nostra pratica non è finalizzata allo scopo agonistico, ma al miglioramento personale del praticante.
Il Kung Fu dovrebbe avere uno scopo più alto, dovrebbe tendere il praticante al miglioramento sia personale che con il mondo esterno, al fine di acquisire coraggio e determinazione.
La gara, vista in questo senso, assume un’altra interpretazione, infatti, il fulcro non è più la gara, ma noi stessi che ci mettiamo in gioco all’interno di essa. La gara permette al praticante di uscire dalla sua area di comfort, che è la palestra, per affrontare una situazione nuova.
Il Kung Fu, viene così visto da un’altra prospettiva e permette di sviluppare la capacità di affrontare situazioni ostili. Il concetto chiave della competizione, che il praticante deve ripetere nella sua mente come un mantra, deve essere:
O si vince o si impara.
Seguendo questa linea di pensiero, anche il premio assume un altro significato. Di fatto, la premiazione è una consuetudine della gara, ma non rappresenta l’assoluto vincitore o il miglior praticante nel Kung Fu, ma colui che in quel momento ha saputo gestire meglio la competizione.
Il vero vincitore è colui che ha saputo accettare la sconfitta e ha imparato dall’esperienza vissuta, con la consapevolezza di aver portato a casa una lezione. La competizione di Kung Fu è vinta da colui che ne esce con stile e serenità interiore, sapendo di aver dato tutto sé stesso e spesso, molto più di coloro che hanno ritirato un luccicante premio di latta.
M° Marco Gamuzza
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